
Rivista di studi femministi e di genere, Analize (Romania), n. 17 (31)/2022
Vladimir Mitev
La società iraniana prima della Rivoluzione Islamica faceva parte del flusso globale di idee e i suoi creatori hanno utilizzato i successi del pensiero mondiale per criticare la loro realtà.
Ad esempio, la famosa teoria della dipendenza, che divide il mondo in un centro industrialmente sviluppato e una periferia sfruttata, è diventata fondamentale per comprendere il saggio scritto da Jalal Al-e Ahmad Occidentosis (1961). Il saggio delinea un percorso per lo sviluppo dell’Iran attraverso il superamento dell’arretratezza tecnologica ed economica create dalla subordinazione quasi coloniale.
Allo stesso modo, i successi della seconda ondata di femminismo (che ha raggiunto il suo apice in Occidente negli anni ’60 e ’70) sono diventati la base per comprendere un romanzo scritto in un contesto culturale prettamente iraniano, intitolato Savushun, di Simin Daneshvar. Daneshar è la prima scrittrice iraniana di romanzi poiché solo gli uomini hanno scritto romanzi prima di lei.
Il romanzo racconta l’evoluzione personale di una donna istruita, iniziando dalla sua subordinazione alle norme sociali e all’ordine patriarcale fino alla sua aperta protesta contro lo status quo. Questo sviluppo del personaggio principale avviene sulla base della dinamica etica interiore dell’eroina, che non ha modelli di ruolo, nessun supporto su cui fare affidamento per la sua emancipazione. Si libera dall’ordine oppressivo e, così facendo, diventa la pioniera del movimento delle donne iraniane. Al giorno d’oggi, il movimento femminista è tradizionalmente forte, ma durante la Seconda Guerra Mondiale, quando si svolge l’azione del romanzo, si è appena manifestato.
L’articolo dimostra che il romanzo Savushun è ispirato dalla seconda ondata di femminismo in ascesa in Occidente. In questo articolo vengono esaminate le ondate del femminismo, viene presentata la vita di Simin Daneshvar, sono riportate citazioni dal romanzo e viene analizzata l’emancipazione del personaggio principale, Zari, con il quale Daneshvar si identifica chiaramente. Il metodo utilizzato è chiamato close reading.
L’evoluzione spirituale di Zari in Savushun è guidata da diversi fattori: dal desiderio di sicurezza e integrità della sua casa e della sua famiglia, dalla contraddizione tra l’istruzione di prima classe, ricevuta presso la scuola britannica di Shiraz, e la corruzione e la devastazione causate dalla guerra nel sud del’Iran Britannico sotto occupazione, dalla comparsa e dall’intensificazione del coraggio di Zari di opporsi all’ordine creato da uomini privilegiati, in cui si identifica come inferiore.
Questa evoluzione avviene interamente con l’aiuto di dinamiche interne che fanno capire a Zari che se lei sarà semplicemente oggetto del giudizio pubblico, tutto ciò a cui tiene, sarà distrutto. Capisce che la società non la rispetterà finché non la costringerà a farlo. Allo stesso tempo, il suo disaccordo con le regole imposte non è un capriccio, ma un senso profondamente consapevole di giustizia in un mondo che crolla.
Ambientato durante l’occupazione del 1941, il romanzo descrive la divisione che si è creata nel sud dell’Iran: alcuni cooperano con gli inglesi nella loro ricerca del potere, altri approfittano della situazione precaria e del contrabbando di armi, un terzo gruppo di persone cospira contro il governo, mentre un quarto gruppo combatte l’epidemia di tifo o cura i malati di mente. In questo mondo in cui ognuno combatte a modo suo, Zari cerca di rivendicare un territorio libero dai disagi della guerra. Zari si sforza di servire la Vita, mentre gli altri personaggi servono il Potere. Questo è solo uno dei tanti segni che dimostrano che questo romanzo, comprendendo il ruolo delle donne nella società, corrisponde ai concetti della seconda ondata del femminismo.
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